Il bullismo tra i giovani in età scolastica è un fenomeno sociale che si mostra ogni giorno più invasivo e preoccupante, caratterizzato da azioni violente e intimidatorie esercitate da un bullo, o un gruppo di bulli, su una vittima. Le azioni possono riguardare molestie verbali, aggressioni fisiche, persecuzioni, generalmente attuate in ambiente scolastico. Secondo alcuni report circa il 20% dei ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 17 anni subisce atti di bullismo più volte nell’arco di un mese, per questo diventa fondamentale che se ne parli attraverso tutti i canali d’informazione.
La diffusione della tecnologia e dei social network tra i più giovani ha inoltre alimentato il fenomeno del cyberbullismo che, al contrario del bullismo, non trova un limite negli ambienti sociali ed è capace di invadere anche la sfera privata e familiare.
Nella Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo l’Assessore alla Pubblica Istruzione Angela Crea afferma: «Il bullismo è un fenomeno relazionale ed è lo smartphone il principale strumento che ha trasformato il bullismo in cyber bullismo, amplificando la visibilità degli eventi e moltiplicando il numero dei casi di bullismo in rete, con tutte le conseguenze. Spirito di emulazione e necessità di essere superconnessi in quella che è stata definita la società dei like, mettono i ragazzi in un sistema del quale, spesso, perdono il controllo, non considerando che si tratta di veri e propri reati».
«Un ruolo fondamentale – continua l’Assessore Crea – lo deve esercitare senz’altro la scuola che è, e deve essere, il luogo della solidarietà, dell’inclusione e della condivisione» ma non basta «è necessario creare nuove sinergie tra scuola, famiglia ed istituzioni. Servono risposte concrete ed efficaci per i cittadini e in particolare per i più deboli, in questo caso bambini e adolescenti. Le istituzioni hanno il dovere di occuparsi di questi fenomeni sempre e non soltanto quando una drammatica notizia di cronaca riaccende i riflettori sulla questione. È importante che istituzioni, scuola, forze dell’ordine e di giustizia continuino a collaborare poiché per ogni vittima c’è anche un bullo che è necessario rieducare».
Sul sito di Unicef Italia una guida per i genitori che devono stare attenti ai comportamenti anomali dei ragazzi che sorgono improvvisamente e che possono essere chiaro segno di un malessere profondo e avanzato.
Inoltre tra i suggerimenti per i genitori, una proposta di 6 regole base da istituire in famiglia:
- non condividere nomi utente o password;
- non fornire informazioni personali in profili, chat room e altri forum;
- astenersi dall’inviare foto personali o inappropriate di sé;
- non rispondere a messaggi minacciosi e informare immediatamente un adulto;
- spegnere il proprio dispositivo se viene visualizzato un messaggio minaccioso;
- non cancellare eventuali tracce sui social o nelle chat.
A questi suggerimenti è importante associare il decalogo che ricorda l’Assessore Crea:
- Riconoscere il bullismo
- Non essere indifferenti nei confronti degli atti di bullismo
- Non lasciare sola la vittima
- Spronare la vittima a reagire
- Non lasciare impunito il bullo
- Denunciare il bullo
- Creare relazioni di amicizia contro il bullismo
- Creare un’alleanza educativa tra famiglia e scuola
- Imparare l’autocontrollo
- Dare il buon esempio
Senza però voler sottovalutare il fenomeno giovanile, dovremmo cominciare davvero a pensare che il cyberbullismo riguardi proprio tutti. Basta farsi un giro sui social per rendersene conto.