“Un argento che brilla più dell’oro” hanno detto tutti. Un argento che entra nella storia della città quello conquistato da Enza Petrilli nel tiro con l’arco ricurvo individuale alle Paralimpiadi di Tokyo, quaranta anni dopo Rosa Sicari alle Paralimpiadi di Arnhem del 1980.
La medaglia di Enza è stata la 55esima di 69 medaglie vinte dagli atleti speciali italiani e ha emozionato tutta la città che ha riposizionato sui balconi il tricolore in suo onore. Una festa iniziata davanti a RAI Sport, passata dai social e continuata in piazza con un tripudio di gioia al suo arrivo a Taurianova dopo un lungo volo da Tokyo a Lamezia con scalo a Roma.
Una festa a sorpresa, ma che è solo il bentornata a casa, perche per lei e con lei tanti saranno i momenti che ci attendono, non solo per festeggiarla ma anche per confrontarci con lo sport per tutti e i nostri limiti, e per sperare e programmare l’avvio del tiro con l’arco fra i più piccoli, perché con una campionessa paralimpionica sarebbe un peccato non farlo conoscere a tutti, centrando il bersaglio.
A fare gli onori di casa oltre al sindaco di Taurianova che rivolgendosi ad Enza davanti ad una piazza piena come nei più grandi eventi ha detto: “Guarda che hai combinato? Taurianova è tutta con te”, l’intera giunta ed il presidente ff della Regione Nino Spirlì che ha affermato: “Fosse solo per questa serata, sono molto felice di rappresentare la Calabria in questi mesi difficili. Ti porto i saluti di tutta la Regione. Con te ha Taurianova, ma ha vinto tutta la Calabria“.
Sul palco e prima ancora anche all’aeroporto di Lamezia, il consigliere metropolitano Michele Conia e sindaco di Cinquefrondi: “Enza è un’amica, lei fa tanto per il territorio e tanto anche per la mia comunità con i piccoli che la seguono”. E ha aggiunto Rocco Biasi: “Ecco l’esempio di cosa può fare la forza di volontà, la voglia di dare un senso a ciò che si fa. Taurianova è orgogliosa di avere Enza nostra concittadina”.
In piazza Macrì con Enza, che visibilmente emozionata ha detto un semplice e carico “Grazie di cuore per l’affetto”, tutta la sua famiglia che solo qualche anno fa viveva un’estate di ansia in ospedale, il suo compagno Michelangelo, colonna della sua vita, i rappresentanti della sua società ASL Aida e tutta la città che per lei ha tremato, pregato, poi sudato, tifato ed esultato. Ma anche fiori, palloncini, bandiere e una torta per tutti.
Perché Enza ci insegna che una medaglia non arriva per fortuna, lei ritrovandosi su una sedia a rotelle, non si è affezionata al dolore, ma ha riscritto il suo futuro mettendoci tanta forza, determinazione e coraggio. Enza resta sulla sua sedia con tutti i suoi dolori fisici, una medaglia non le cambierà la vita, ha però provato a cambiare le nostre ricordandoci ancora una volta che i limiti sono negli occhi di chi critica gli altri seduto comodamente sulla poltrona di casa o peggio ancora considera diversi chi ha una disabilità senza accorgersi quanto diverso è un cuore che non sa amare.
Grazie Enza che ci hai portato a Tokyo! Ora tocca a noi portarti in città, in una città attenta a te, senza barriere! E poi sì che faremo tutti centro!