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giovedì, Novembre 21, 2024

Intimidazione a don Gianni Rigoli. La condanna del Vescovo, del sindaco Biasi e della comunità civile

Lo avevano aggredito in chiesa alcune settimane fa e ieri gli hanno incendiato l'auto

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In seguito al grave atto intimidatorio nei confronti di Don Gianni Rigoli, parroco delle comunità di Varapodio, avvenuto ieri sera mentre egli celebrava la Messa vespertina nella chiesa di San Nicola, il Vescovo Giuseppe Alberti, che aveva dedicato considerevoli sforzi per promuovere comunione e comprensione nella comunità di Varapodio, è profondamente colpito dall’accaduto ed esprime la sua condanna senza riserve verso tale atto di violenza.

Ulteriormente preoccupante è il contesto in cui si è verificato l’incendio, poiché l’auto, una Fiat Panda, completamente distrutta dalle fiamme, era parcheggiata davanti alla porta della casa Canonica in via Giacomo Leopardi, luogo centrale del paese di Varapodio. Nella Canonica, al momento dell’incendio, si trovavano una decina di ragazzi, che, spaventati dalle fiamme, hanno dovuto sgombrare i locali attraverso un’uscita secondaria.

In risposta a questo gesto inaccettabile, il Vescovo Alberti ha espresso il suo disappunto: “L’incendio dell’auto di don Gianni rappresenta un duro colpo volto a destabilizzare ancora una volta la comunità in un momento in cui il dialogo e riconciliazione sembravano costituire la via percorribile di pacifica serenità all’interno della comunità di Varapodio”.

Il Vescovo Alberti, giunto personalmente in paese ieri sera, appena informato dell’accaduto, ha sottolineato l’importanza di affrontare le divergenze attraverso il confronto chiaro e aperto e ha invitato la comunità a unirsi in preghiera e a respingere la violenza, abbracciando i principi fondamentali di rispetto e tolleranza, auspicando che le autorità competenti conducano un’indagine completa sull’evento.

Il Vescovo Giuseppe Alberti con diversi sacerdoti della diocesi, tra cui don Gianni Rigoli, oggi pomeriggio partirà per gli “esercizi spirituali”, alcuni giorni di preghiera, silenzio e meditazione prima della quaresima. Questo momento di riflessione (in calendario) mira a consolidare la fede e a trovare la forza necessaria anche per affrontare le sfide presenti.

Intanto anche tutta la comunità di Taurianova si stringe attorno a don Gianni. Il sindaco Rocco Biasi in una dichiarazione ha affermato: “Sono profondamente colpito dalle notizie che arrivano, a proposito dell’incendio che ha distrutto l’auto di don Gianni Rigoli, danneggiando la canonica di Varapodio e mettendo in pericolo le persone che vi erano dentro. Se venisse confermata l’ipotesi di un rogo doloso, si tratterebbe di un gesto gravissimo che mi induce a rinnovare a don Gianni i sentimenti di solidarieta’ che gia’ gli avevo espresso nei giorni scorsi, a nome anche della sua e nostra Taurianova. Sono vicino in questo momento a quanti, nella vicina Varapodio, hanno vissuto momenti di ansia e preoccupazione. Confido che le forze dell’ordine facciano piena luce sul fatto per assicurare alla giustizia chi attenta alla tranquillita’ di un sacerdote, e della sua comunita’ parrocchiale, in maniera cosi’ tracotante. Un abbraccio, don Gianni. Forza Don Giovanni siamo tutti con te”.


Anche la Consulta delle Associazioni si è espressa con una nota: “La Consulta delle Associazioni e della Società Civile del Comune di Taurianova esprime solidarietà e vicinanza a Don Giovanni Rigoli. Non è solo un vile gesto quello perpetrato ai danni di Don Giovanni, è qualcosa di peggio. È un oltraggio, una offesa, una violenza perpetrata ai danni di istituzioni, religioni, persone e paesi. A essere colpiti da questo gesto vergognoso non è solo un prete, ma tutti noi, tutte le componenti civili e democratiche della nostra società. Don Giovanni, un forte abbraccio. Siamo tutti con te”.

Come Taurianova Talk crediamo che nel cuore di una comunità, il prete rappresenti spesso un faro di speranza e sostegno e a Varapodio abbia rappresentato anche la forza di voler cambiare il marcio che c’è nei nostri territori. L’incendio dell’auto di don Gianni Rigoli solleva interrogativi su quanto profondamente la mafia sia radicata e pronta a compiere gesti destabilizzanti. E noi non possiamo più tacere, non possiamo più non dire che parte stiamo. Con forza e senza ambiguità. Facciamoli sentire in minoranza, piccoli, soli. Da uomini liberi si può stare solo da una parte, con don Gianni Rigoli.

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