Per papa Francesco la gentilezza è una «rivoluzione». Una «pratica» – scrive il Santo Padre nell’enciclica Fratelli tutti – che «trasforma profondamente lo stile di vita, i rapporti sociali, il modo di dibattere e di confrontare le idee. Facilita la ricerca di consensi e apre strade là dove l’esasperazione distrugge tutti i ponti».
Una pratica poco praticata, ecco perchè può essere rivoluzionaria. Qualità citatissima, spesso addirittura anche svuotata dal suo vero significato, perchè essere gentili talvolta viene considerato un segno di debolezza, a volte suscita addirittura diffidenza soprattutto nel tempo della politica gridata e dei toni esasperati, eppure la strada del dialogo è sempre la più coraggiosa, la più rivoluzionaria.
A Taurianova c’è l’assessorato alla Gentilezza, e se da una parte ci si può chiedere se serva un assessorato per ricordare ai cittadini e ai politici stessi questa pratica fondamentale nella vera costruzione sociale, dall’altra parte non si può offuscare la consapevolezza che la gentilezza possa addirittura dare senso anche alla politica.
Perchè – come ricordava il parroco don Mino durante la Celebrazione Eucaristica che ha aperto la “mattinata gentile” culminata poi con la benedizione della panchina davanti la Chiesa del Rosario – «la gentilezza è interessarsi all’altro, fare attenzione ai bisogni dell’altro, è aprire lo sguardo e il cuore, è attuare nella propria vita le Beatitudini che il Vangelo di questa domenica ci propone».
Ecco che allora la vita cristiana, l’esistenza umana e la gentilezza si legano profondamente. C’è un filo che unisce questo legame e che le mani laboriose possono rendere splendido e ben visibile.
Oggi questo filo è stato rappresentato dal cotone che “le uncinettine” della città hanno con cura intrecciato per realizzare non una semplice panchina della gentilezza, ma una panchina dove la gentilezza, rappresentata dal colore viola, fiorisce in una primavera di colori e quindi di virtù.
E qui torna il concetto di rivoluzione, perchè la gentilezza praticata, anche quella che apparentemente non fa rumore, si trasforma sempre in qualcosa di ancora più bello.
Quante volte ci è capitato di sorridere dopo aver ricevuto anche un semplice saluto. Quante volte abbiamo ricevuto un sorriso quando abbiamo ceduto un posto a sedere. Gesti gentili e non solo piccoli gesti.
L’assessore alla gentilezza Angela Crea, ringraziando “le uncinettine” per il loro lavoro e impegno ha sottolineato che la gentilezza riguarda tutti, e quindi la sinergia che si è creata in questa iniziativa che ha coinvolto donne creative e di buona volontà è esempio della forza della gentilezza.
All’evento erano presenti anche i due Istituti scolastici attraverso la professoressa Sorace e la professoressa Zumbo, c’era il mondo dell’associazionismo con il presidente della Consulta delle Associazioni Annamaria Fazzari, c’era l’assessore Massimo Grimaldi, il consigliere Calapà, ma anche altre istituzioni civili e militari, e la presenza di tutti non era finalizzata ad una questione di destra o di sinistra o di centro, ma di quella politica che riguarda tutti, perchè tutti con il nostro essere gentili possiamo fare la differenza, non necessariamente ricoprendo una carica pubblica.
Qualche anno fa Papa Francesco ricordò le tre parole che dovrebbero essere di guida alla vita di ogni famiglia: “permesso?”, “grazie”, “scusa”… parole riprese anche nei vari manifesti della gentilezza, perchè la gentilezza deve partire anche dalle parole pronunciate o scritte.
Forse servirebbero più panchine in giro per la città per ricordarci questo impegno, ma soprattutto ci sarebbe bisogno di tanta gentilezza in più. Dobbiamo recuperare la gentilezza, lo dobbiamo ai piccoli che non possono crescere in un mondo e in una città in cui per nulla si è rancorosi, invidiosi, prepotenti e anche cattivi. Eppure basterebbe poco. Basterebbe essere gentili.