Sono 800 nella nostra regione le dimore storiche in mano ai privati, molti dei quali vincolati dalla Soprintendenza e sono circa 60 i soci della sezione Calabria dell’Associazione dimore storiche italiane (Adsi), che si si riuniti sabato 4 dicembre a Taurianova, a Villa Zerbi, per l’assemblea annuale regionale.
A presiedere l’incontro il presidente Gian Ludovico de Martino, ex ambasciatore italiano in Australia e in Iraq, e vice presidente nazionale ADSI.
«É bene ricordare – ha affermato il presidente de Martino – che secondo i dati del 2019, gli immobili storici privati costituiscono il più importante museo diffuso del nostro Paese con 45 milioni di visitatori l’anno, coprendo la metà dell’offerta museale italiana, svolgono attività in diversi settori del turismo e della cultura – dall’agroalimentare all’alberghiero, passando per l’organizzazione di eventi – rappresentano un incredibile elemento di attrazione per i territori nei quali si trovano, soprattutto per i piccoli borghi italiani. Oltre la metà si trovano, infatti, in comuni con meno di 20.000 abitanti e il 30%, in particolare, in borghi sotto 5.000 abitanti. Su tale sfondo abbiamo proseguito nel 2021 la nostra interlocuzione con la Regione Calabria sulla esigenza di concrete misure di sostegno alla valorizzazione delle dimore storiche, specificatamente mirate ai proprietari privati».
Il focus tecnico dell’assemblea, che ha visto la partecipazione anche della sottosegretaria per il Sud e la Coesione territoriale Dalila Nesci, le attività di manutenzione ma anche le tipologie di lavoro che esse generano, la difficile reperibilità alcune figure professionali, dato emerso anche nel II Rapporto dell’Osservatorio del Patrimonio Culturale Privato, fonte di riferimento per la corretta definizione del ruolo economico, culturale e sociale del sistema degli immobili privati di interesse storico-artistico in Italia. Realizzato dalla Fondazione Bruno Vis.entini, l’Osservatorio è promosso dall’Associazione Dimore Storiche Italiane, Confagricoltura e Confedilizia, nell’auspicio di supportare le istituzioni nella definizione delle politiche da adottare per rilanciare il patrimonio culturale privato.
«Le dimore storiche sono i luoghi della nostra memoria, custodiscono la tradizione culturale del Paese e rappresentano beni di enorme valore artistico. Ho partecipato all’Assemblea annuale regionale dell’Associazione Dimore Storiche Italiane – ha dichiarato l’on. Dalila Nesci – che si è svolta a Taurianova per un confronto sul ruolo delle dimore storiche: un patrimonio culturale ed economico che dobbiamo continuare a valorizzare. Solo in Calabria sono presenti ben 800 dimore storiche attraverso le quali si preserva e si tramanda la nostra identità, sul piano storico ma anche sotto il profilo artistico. Le dimore costituiscono un museo diffuso che ci consente di ripercorrere la nostra storia, anche grazie al loro importante patrimonio documentario. Sono anche dei centri culturali che rendono più attrattivi i territori sul piano turistico, promuovendo lo sviluppo sociale ed economico: basti considerare che le dimore generano un indotto pari a 500 milioni di euro. Per queste ragioni è necessario rafforzare la normativa riguardante le dimore storiche. Il M5S ha presentato due emendamenti per prorogare il bonus facciate al 90% e per implementare il Fondo per il restauro a favore degli immobili di interesse storico e artistico sottoposto a vincolo. Investire sulle dimore storiche – ha concluso la sottosegretaria Nesci – significa promuovere la nostra memoria, la bellezza degli edifici sparsi in tutto il territorio e le eccellenze turistiche del nostro Paese».
Durante l’assemblea è stato citato anche il PNRR in cui è previsto un miliardo di euro per la valorizzazione delle bellezze storico-artistiche e per il rilancio dei tanti piccoli borghi italiani, che offrono un enorme potenziale per l’economia del nostro Paese. In particolare, per valorizzare l’identità dei luoghi – dai parchi ai giardini storici – è previsto un investimento di 300 milioni di euro, mentre per la tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale sono destinati 655 milioni di euro, di cui 645 per interventi effettuati da soggetti privati. A differenza del progetto Svelare bellezza, citato dalla sottosegretaria Nesci che «sostiene la strategia delle aree interne – ha affermato – e non riguarda purtroppo i privati, anche se sui privati invece ricadono molti oneri».
Tra gli argomenti trattati dai relatori, anche il turismo possibile in Calabria attraverso le dimore storiche e il peso degli uffici tecnici di ogni Comune nelle scelte che riguardano il patrimonio privato.
Un appuntamento molto interessante che andrebbe forse replicato con la presenza degli amministratori dei luoghi dove dimora la bellezza.
- 37.708 i beni culturali privati in Italia. Il 28% nei comuni sotto i 5.000 abitanti, il 26% tra i 5.000 e i 20.000, il 15% tra i 20.000 e i 60.000, il 31% nei comuni oltre i 60.000 abitanti;
- Il 31,3% si trova in aree periurbane o al di fuori dai centri abitati;
- Rispetto al 2017, cala da 1,5 miliardi a 1,3 miliardi la spesa complessiva per interventi manutentivi. A incidere il -37% delle spese ordinarie, scese in media da 24.600 euro a 21.100 euro per immobile;
- Il 38% delle imprese nelle dimore dichiara di trovare difficoltà nel reperire artigiani e restauratori.