fbpx
15.5 C
Comune di Taurianova
venerdì, Novembre 15, 2024

Don Gianni Rigoli nuovo direttore del Centro Diocesano Vocazioni

Il giovane sacerdote taurianovese scrive ai giovani

- Pubblicità -spot_img

In occasione del nuovo incarico di direttore del Centro Vocazioni che il Vescovo della diocesi di Oppido Mamertina – Palmi, mons. Milito, ha affidato a don Gianni Rigoli, il sacerdote taurianovese ha scritto una lettera e una preghiera indirizzata direttamente ai giovani, per stimolare in loro una riflessione nei confronti del rapporto con la spiritualità, con la fede e con la ricerca di risposte alle domande fondamentali.

«Ho ascoltato il silenzio. Il titolo di questa condivisione, ripreso dal libro omonimo di H.J. Nouwen, rileva l’importanza fondamentale del discernimento interiore, in quanto appare necessario ascoltare il silenzio accompagnato dal suono travolgente della preghiera, che riempie ogni spazio vuoto del nostro essere per ritrovare linfa vitale prima di intraprendere un grande percorsoè l’incipit di quanto scritto da don Gianni e pubblicato sul sito diocesano –. Essere il direttore del CDV è un dono – prosegue il giovane sacerdote – e come tale va custodito, curato, alimentato, “utilizzato”, non come il talento della parabola evangelica sotterrato per paura, ma offerto agli altri con spirito di servizio, di carità fraterna e di gioia nell’incontro. Ma una scelta di vita non si improvvisa».

«Il dono di sé esige di imparare a sostare per riflettere e discernere: La vocazione è una chiamata ad essere discepoli battezzati inviati a seguirLo per le strade del mondo, abitando soprattutto, ma non solo, le periferie esistenziali. Un po’ come quando sul navigatore satellitare impostiamo la meta e ci vengono proposte diverse soluzioni di strade e percorsi da seguire. Cristo è la meta, la Chiesa il “navigatore” non satellitare ma esistenziale, le varie vocazioni i percorsi proposti».

Don Gianni Rigoli, direttore del Centro diocesano Vocazioni, nel giorno della sua ordinazione.

Non solo dunque la vocazione alla vita consacrata o matrimoniale, ma don Gianni sottolinea anche la vocazione all’amore, spesso dimenticata, confidando che questa riflessione è frutto di un ritiro personale presso il Monastero della Visitazione della città.

Vocazioni e vocazione.

«Carissimi giovani ogni vocazione ha pari dignità e Cristo ci chiama a seguirLo. Alcuni tra di voi Lo seguiranno nell’amore di coppia, chi nella vita consacrata, religiosa, sacerdotale, chi nell’essere cittadino responsabile ed onesto nella quotidianità del proprio lavoro o studio. Riuscire a capire quale sia la specifica chiamata d’amore per stare alla Sua sequela sarà un sentirsi amati, chiamati ad amare ed ascoltare, al riconoscere Cristo mendicante d’amore lungo le strade esistenziali che percorriamo. Non abbiate paura di amare né di essere amati. Amatevi, innamoratevi della Vita, della preghiera, della Bellezza vera, dell’arte in ogni sua espressione, della letteratura, delle buone relazioni. La via più adatta a voi la scopriremo insieme e poi sarete accompagnati nel vostro percorso da chi la Chiesa, madre e maestra di ognuno di noi, reputerà maggiormente preparato per la vostra realizzazione alla santità ed alla felicità. Ci incontreremo presto, anche spinto dalla sinodalità e fraternità che mi lega ai vostri parroci. Ci sarà sempre grande empatia, sincerità e chiarezza da parte mia nei vostri confronti. Con me vi sarà certamente una squadra composta da vocazioni eterogenee sempre in obbedienza al nostro amato Vescovo Francesco che paternamente veglierà sempre su ognuno di noi».

Video realizzato per il 44° Convegno Nazionale Vocazioni sul tema ‘La santificazione è un cammino comunitario, da fare a due a due‘. La vocazione è così, insieme, nella sinergia di Dio per generare il meglio della vita.

E infine un impegno: «Il direttore del Centro diocesano Vocazioni – conclude don Gianni – non è “capo” ma colui che segue la strada con in mano la mappa tracciata dal Vescovo e porta la lampada per far luce a chi lo segue, nella strada della scelta, per illuminarla. La lampada è alimentata non da olio o cera liquida, ma dall’amore, dalla preghiera, dalla gioia e dalla speranza. Chi mi aiuterà collaborando con me per il vostro bene in questa nuova esperienza, mi troverà sempre umile e disponibile al servizio».

Possa San Giuseppe, custode delle vocazioni, aiutarlo in questo servizio con cuore di padre.

- Pubblicità -spot_img

Ultime Notizie

Associazioni

- Spazio Pubblicitario -spot_img

Notizie suggerite