Aveva 77 anni, compiuti il primo marzo in ospedale. Era stato ricoverato nel reparto Covid del Gom di Reggio Calabria a fine febbraio, e purtroppo a casa è rientrato solo dentro una bara.
E’ la triste storia del signor Pasquale Pietro Alessi, commerciante di Taurianova, marito e padre di 4 figli, che dopo aver contratto il virus a febbraio è passato in tre ospedali diversi e nonostante la sopraggiunta negativizzazione è stata fatale la polmonite bilaterale, conseguenza dell’infezione.
Dopo infatti diversi giorni al Gom la situazione sembrava stesse migliorando e perciò è stato trasportato all’Ospedale di Gioia Tauro, che accoglie pazienti Covid che però non sono in gravi condizioni, perchè paradossalmente nonostante sia un Hospital Covid con 40 posti letto che appunto accoglie soprattutto i pazienti stabilizzati che provengono dal Gom di Reggio Calabria, non è attrezzato di maschere CPAP, i ventilatori risultati sempre più importanti e necessari per il supporto respiratorio ai pazienti affetti da polmonite interstiziale da Coronavirus, e così peggiorando, nonostante nel frattempo risultasse ormai negativo ai tamponi, è stato poi trasferito a Polistena, in terapia intensiva dove è stato possibile intervenire con le tecniche di ventilazione meccanica, ma purtroppo il quadro clinico era già molto compromesso e dopo soli pochi giorni è deceduto.
Ovviamente non essendo morto da positivo questo decesso non risulta nel bollettino Covid anche se il bollettino già non dava ospedalizzati a marzo, quando invece il signor Alessi era in ospedale e ancora positivo, ma sappiamo – come abbiamo scritto più volte – che sono numeri carichi di errori, lo stesso bollettino di oggi non porta variazioni, ma non è stato pubblicato invece il penultimo bollettino quello con +6 positivi, oltre che anche nelle ultime 48 ore ci sono stati ancora nuovi casi a Taurianova, ma al di là di ogni numero c’è sempre una vita umana e una storia familiare, per questo motivo oggi, a tumulazione avvenuta (triste prassi usata a Taurianova per comunicare i decessi) abbiamo voluto scrivere del signor Alessi.
Lo vediamo sorridente nella foto ed è così che lo descrive la famiglia che però nei suoi ultimi 43 giorni di vita lo ha potuto vedere solo attraverso le videochiamate ed il figlio Alessandro ci ha raccontato che l’ultimo contatto con il padre è stata una nota vocale che poi un infermiere ha fatto ascoltare a suo papà mentre era sotto il casco, e nonostante siano saluti che fanno male, l’umanità dei medici, infermieri e sanitari ha dato un po’ di serenità alla famiglia che in queste settimane è riuscita comunque a stare in contatto con chi poi hanno potuto purtroppo accarezzare solo da morto, anche se è stato un dono per la famiglia, pensando le tante vittime di Covid che purtroppo non possono poi essere nemmeno salutate da chi hanno amato per una vita intera.
Per colpa del Covid purtroppo si muore, ed è necessario ricordarcelo ogni volta che siamo tentati ad essere superficiali con il distanziamento necessario e le protezioni individuali.
Per colpa del Covid purtroppo si muore, ricordiamocelo anche quando ci lamentiamo per questo tempo che ci ha portato via tante cose, ma dalle quali anche se con difficoltà ci si può rialzare. Ricordiamocelo pensando che la “tragedia” è per chi perde un proprio caro, per tutti gli altri è certamente un momento complicato, soprattutto pensando a chi ha perso il lavoro, ma nulla è paragonabile alla morte.