Scuole chiuse in tutta la Calabria a partire da lunedì e per due settimane, nonostante resti in zona gialla (RT 0,81 il più basso d’Italia). Lo ha deciso il presidente facente funzioni della Regione Nino Spirlì confermando ciò che aveva già annunciato in previsione della riunione dell’Unità di Crisi per il Covid-19.
Tutti in Dad come l’anno scorso a marzo, quando non sapevamo tradurre ancora il termine lockdown e non immaginavamo che a scuola i bimbi sarebbero poi tornati solo a settembre. Oggi è diverso, oggi c’è un vaccino che giustamente però deve essere somministrato. E così sarà (almeno nelle intenzioni) in queste due settimane per i docenti, anche se non è mai partita in Calabria la piattaforma regionale per le prenotazioni e le vaccinazioni sono solo al 61,6% rispetto le dosi ricevute, lasciando alla regione la maglia nera.
Nel corso della riunione – alla quale ha preso parte anche il commissario della Sanità, Guido Longo – il presidente Spirlì ha sollecitato un intervento deciso per arginare le varianti del virus. «Non si può attendere ancora per cercare di contrastarle. La nostra sanità – ha detto – non può reggere l’urto di un forte aumento di casi di contagi».
La chiusura riguarderà tutte le scuole di ogni ordine e grado. La didattica in presenza sarà consentita solo nei casi di handicap gravi degli studenti e per un numero limitato di ore.
«La necessità di arginare l’avanzata del Covid e delle sue varianti – afferma Spirlì – ci porta a prendere decisioni indispensabili. Tutti sappiamo che il popolo più aggredito dalla variante inglese è quello dei più giovani. Non possiamo permetterci di far arrivare questa onda d’urto sulla sanità e dobbiamo necessariamente prendere i provvedimenti del caso. Uno dei primi è questo: le scuole si fermano per due settimane. Durante questo periodo inizieremo la vaccinazione del personale scolastico che si renderà disponibile. Nessuno entrerà a scuola, salvo i casi di comprovata disabilità. Il resto dei giovani studierà da casa con il collegamento a distanza».