Le luci soffuse del tramonto, una birra fresca e un sottofondo musicale hanno creato l’ambientazione perfetta per intavolare una discussione sul valore dell’identità.
È accaduto proprio ieri sera al pub Alkemist, grazie a Filippo Andreacchio, presidente dell’associazione Mammalucco, che partendo dallo spunto offerto dal libro di Tonino Condrò, Sugnu ‘i Taurianova (con “omissis”), ha indagato insieme a Giuseppe Barresi, filosofo ed esperto di psicologia sociale, il concetto di provenienza e quanto incida nel definire l’identità di ognuno di noi, con l’accompagnamento di Alessio Calivi di KRH Studio.
Condrò ha inizialmente sottolineato l’idea di partenza di questo libro, cioè il racconto del cambiamento di usi e costumi tra una generazione e un’altra, a partire dagli anni ’70. A questo racconto si allaccia l’idea di identificazione personale con Taurianova, e di come abbia vissuto diversamente il definirsi come proveniente da questo luogo durante la sua vita: da inizialmente semplice durante l’adolescenza, si è rivelato complicato durante gli anni in cui si svolgevano le guerre di mafia, temendo di essere identificato come mafioso o pericoloso da chi non sapeva chi fosse. Per arrivare successivamente a fingersi un’altra persona per far valere le proprie competenze in campo lavorativo, come se essere nati al nord significasse immediatamente essere più competente e più istruito.
Stimolante il confronto con Barresi, che va oltre il concetto di provenienza personale, e anzi lo riconduce alla storia antica del proprio luogo, all’interno del quale una volta saremmo stati “a casa” in ogni luogo, grazie ad un antico ma quantomai attuale concetto di Europa. “Da dove vieni?” è una domanda che viene posta spesso a Condrò durante la sua storia personale, ed è un’occasione per guardare indietro, per riconsiderarci sia come singoli, che come comunità.
Condrò, attraverso aneddoti divertenti e rivelatori del suo passato, ci costringe a guardare in faccia la realtà di un luogo non semplice, del quale è ancora difficile liberarsi dell’idea stereotipata, ma che sente inevitabilmente proprio. Un luogo del quale è importante prendere coscienza, del quale sentirsi parte. Oggi essere di Taurianova è, per l’autore, essere particella di una collettività, assumersi l’impegno di renderla migliore.