Domenica 23 maggio per la Giornata Nazionale dell’Associazione Dimore Storiche Italiane tra gli oltre 300 tra castelli, rocche, ville, parchi, giardini che apriranno gratuitamente le loro porte per accogliere tutti coloro che vorranno immergersi in luoghi unici della storia e del patrimonio artistico e culturale dell’intera penisola c’è anche Villa Zerbi di Taurianova, l’unica dimora storica della provincia di Reggio Calabria nel circuito dedicato alla promozione delle più esclusive residenze d’epoca italiane di particolare interesse storico-artistico.
Abbiamo incontrato Francesco Zerbi, figlio del compianto Natale Zerbi, e attualmente curatore della dimora storica Villa Zerbi.
Tra le 300 dimore storiche che apriranno le porte domenica, c’è Villa Zerbi. Che significato ha questa apertura a livello culturale dopo tutte queste restrizioni?
Ha un significato legato ad uno degli obiettivi dell’Associazione ADSI che è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo alle dimore storiche che sono una risorsa del Paese e ogni dimora individualmente rispecchia l’identità del territorio, come le due iniziative che promuoviamo domenica. La degustazione dell’olio rappresenta proprio il fortissimo legame che ha questa casa e questa famiglia con la terra, mentre la bellissima idea che nasce dall’Ass. Mammalucco del laboratorio di volo con i droni, evita il rischio che si ha spesso parlando di dimore storiche di cadere nella nostalgia del passato e proietta la dimora con i bambini e ragazzi, anche in maniera seducente, nel volo e quindi nel futuro.
E considerando il territorio, tra le dimore che domenica apriranno in tutta la penisola, Villa Zerbi è l’unica in tutta la provincia di Reggio Calabria. Un valore aggiunto?
Esatto. In tutta la Calabria sono però sei e c’è il Museo Amarelli di Rossano che è la dimora storica calabrese più importante perché è legata all’azienda più antica d’Europa. Gli Amarelli sono come me particolarmente motivati nel far parte dell’associazione AIDS, sono attivissimi il Museo Amarelli è l’unica delle sei dimore che può vantare di numeri veramente alti di visitatori, fra le più visitate d’Italia. Noi però come Villa Zerbi siamo certamente la casa più visitata di Taurianova, che vanta anche di un’altra dimora storica, dalla quale Villa Zerbi si distingue per l’orientamento che abbiamo dato all’accoglienza e siamo l’unica dimora del circuito in provincia. Le altre quattro in Calabria sono Villa Cefaly Pandolphi ad Acconia di Curinga, Palazzo delle Clarisse e Palazzo Carratelli ad Amantea e il Palazzo Murmura a Vibo Valentia.
Le Regione Calabria è vicina alle dimore storiche?
Un altro degli obiettivi dell’associazione è quello di promuovere le dimore con le istituzioni. Negli ultimi anni con il nostro delegato De Martino e abbiamo cercato e continuiamo a cercare una collaborazione con la Regione, di reale ancora non è venuto fuori niente, ma questo tipo di lavoro è un lavoro certosino e costante che magari in passato si era fatto poco, ma che negli ultimi anni si sta facendo e adesso addirittura abbiamo importato dalla delegazione del Veneto una proposta di conservazione e valorizzazione delle dimore storiche e stiamo cercando di proporla anche noi a livello regionale, quindi siamo ottimisti.
Adesso c’è un bando importantissimo e molte dimore storiche hanno partecipato, il famoso bando sui bordi che era stato cancellato e poi è stato rimesso in gioco e quel bando per un posto come Villa Zerbi è fondamentale proprio perchè rispetto a tante dimore storico si distingue per il fatto che qui c’è anche un progetto commerciale, c’è una società orientata all’accoglienza, alla ristorazione, all’organizzazione degli eventi, per cui è fondamentale creare un indotto maggiore rispetto alla dimora storica dove non c’è un discorso imprenditoriale. Solitamente l’indotto della dimora storica sono gli artigiani, ed ecco perché abbiamo coinvolto un restauratore di San Giorgio Morgeto, abbiamo coinvolto un ceramista, però noi andiamo lavoro anche ai muratori perché il più grosso problema di una dimora storica sono i costi di manutenzione e ovviamente se c’è un progetto imprenditoriale diventa più semplice anche curare in maniera più attenta la dimora.
Quanto ha pesato la pandemia a livello imprenditoriale?
Sono stati due anni difficilissimi e davvero impegnativi, però proprio prima della pandemia c’era stato l’avvio della bellissima collaborazione con Nino Rossi e che ci ha permesso di allargare tantissimo il nostro lavoro, collaborazione è stata riconosciuta dal pubblico, dalle coppie e purtroppo abbiamo lavorato soltanto un mese e mezzo l’anno scorso, ma abbiamo molto lavoro prenotata che dobbiamo svolgere quando sarà possibile. Un’altra cosa bella di questo anno funesto della pandemia è che grazie alla Calabria Film Commission siamo usciti a far diventare Villa Zerbi un set cinematografico! Un film di una produzione romana, girato gran parte nelle Marche, un po’ a Reggio Calabria e poi cercavano una Villa ed è stato girato qui per una settimana a novembre, quindi questo ci ha permesso di lavorare anche in una situazione difficile, per cui se riusciamo a riprenderci forse possiamo dimostrare anche che le situazioni difficili servono anche a rafforzarsi, sicuramente nella collaborazione con Nino ci siamo dovuti aiutare ancora di più in questo momento e quindi riconosciamo che il legame si è rafforzato.
Lo scorso 19 aprile è venuto a mancare suo padre Natale Zerbi, che tanto ha fatto per la Villa. Riprendere senza lui non sarà facile.
Sarà continuare la sua narrazione della casa, lui ha salvato la casa, nel senso che queste case molto spesso vanno in degrado per la frammentazione ereditaria, questa casa che ha due secoli e mezzo è stata soggetta questo e lui che aveva ereditato soltanto una parte l’ha poi unificata e dato ai figli l’opportunità di continuare questa storia, e l’ha salvata perché il restauro conservativo l’ha fatto lui e poi un’altra cosa grande che ha fatto è il giardino, quello l’ha voluto e concepito lui e quindi è giusto ricordarlo nel posto che gli appartiene, e farlo anche in maniera gioiosa perché è bene ricordarlo così.
Quanto pensa che la Villa sia importante per Taurianova e quanto Taurianova può dare ancora alla dimora storica?
È importante per Taurianova perché è l’identità di Taurianova. Io per esempio l’anno scorso l’ho ricevuto un gruppo di giovani anziani molto brillanti di Taurianova che avevano chiesto al sindaco un contatto per poter venire qui ed essere ricevuti, allora io come spesso faccio di routine ho iniziato a raccontare la casa, però non ci sono riuscito perché sono stato sovrastato dai loro racconti che io non conoscevo. Gente che aveva avuto parenti che avevano vissuto in questa casa, gente che aveva ricordi di questa casa, gente che si ricordava di quando è stato girato qui Tara Poki’ (il film Tara Poki’ fu l’esordio di Mino Reitano nel cinema, e venne girato tra Roma, Taurianova e Molochio nel 1971 ndr.).
Alla fine erano quindi loro a raccontare a me la casa e questo è un senso di appartenenza. E poi il fatto stesso del seguito che ha avuto papà con l’Associazione Mammalucco, nel senso che è stato lui a coinvolgerli in questa interpretazione della casa aperta e messa a disposizione per l’organizzazione di eventi, tanto che poi i membri della Mammalucco sono diventati di famiglia, c’è un affetto per cui si va oltre alle definizioni. E infine a me piace fare delle provocazioni, e questa è una provocazione che abbiamo fatto anche come AIDS alle Regioni; tante volte i Comuni investono in decoro urbano, ma qui ad esempio basterebbe illuminare le due dimore storiche taurianovesi e quello sarebbe il decoro urbano più bello, davvero il meglio che può fare il Comune illuminando due dei pochi palazzi che si sono conservati e che sono stati ristrutturati sotto la tutela della Soprintendenza dei beni culturali.
La Chiesa di San Nicola invece?
Lì la situazione è più difficile, nel senso che lì c’è la frammentazione ereditaria e sono tanti gli eredi e poi c’è il problema che è una chiesa, ma è una chiesa privata, però sicuramente stiamo cercando di affrontare questa situazione e anche di tutte le casette vicine alla Chiesa dove prima del terremoto del 1908 c’era un palazzo a tre piani poi demolito perchè si preferiva vivere nelle casette più sicure rispetto al palazzo, che già per mio nonno rappresentava una minaccia, adesso invece è diventata un’attrazione.
Domenica 23 maggio Giornata nazionale ADSI 2021
Attrazione che domenica aprirà le porte ai visitatori e tra le varie attività del cartellone per la giornata nazionale delle dimore storiche c’è anche il concorso fotografico in collaborazione con Photolux rivolto a tutti gli utenti di Instagram. Per partecipare basta caricare una foto sul proprio profilo usando l’hashtag #giornatanazionaleadsi2021. La giuria nazionale premierà soprattutto l’originalità degli scatti e selezionerà 25 fotografie che verranno esposte in una mostra presso Palazzo Bernardini a Lucca dal 4 al 26 settembre 2021, in concomitanza con la mostra dei vincitori del World Press Photo 2021.