Due anni fa moriva Sissy Trovato Mazza. Quel giorno l’ho appreso dai social, non la conoscevo e non conoscevo nessuno della sua famiglia, anche se poi a distanza di qualche mese tutto è cambiato, perché il dolore atroce degli altri deve necessariamente trovarci disponibili e non impermeabili, ma se mai invadenti. Senza saperlo stavo infatti dando degli abbracci che mi sarebbero tornati indietro solo qualche mese dopo. Più forti.
Non la conosceva ma il giorno dei funerali ho pianto anch’io insieme al cielo. La pioggia scesa silenziosa in quel giorno era una pioggia fatta di lacrime. Perché una donna che muore dopo due anni di coma, colpita da un proiettile nell’ascensore dell’Ospedale civile di Venezia mentre era in servizio non può lasciare indifferente nemmeno il cielo.
Un cielo grigio che si è aperto poi alla vita, ai colori del mare, della pace, del silenzio per omaggiare una donna che non si è più risvegliata ma che deve risvegliare le coscienze di chi ha lasciato correre, chi ha ucciso Sissy mentre era in coma trattando il caso come un tentato suicidio, di chi ha coperto e non ha protetto, di chi sa e ha fatto troppo silenzio, prima e dopo. Un silenzio che ancora oggi taglia le lacrime di chi non ne ha ancora, che spacca la giustizia, che chiede verità.
Anche a due anni da quel giorno che ha lasciato incredula tutta la comunità di Taurianova, forse impreparata ad un epilogo così doloroso, la morte di Sissy non può trovare indifferenza e silenzio. Ha fatto rete Sissy, in campo e nello spazio, e anche in quella giustizia piena di contraddizioni e allora il suo sorriso non può fermare nessuno e deve dare la speranza nella forza dell’amore. Quell’amore della sua famiglia, dignitosamente sempre in piedi, e del suo meraviglioso cane nero, il cui cuore batterà sempre all’unisono con quello di Sissy, perché è morta ma vive. Già, Sissy vivrà ancora in ogni battito che chiede giustizia e verità, vivrà e farà ancora rumore.
Il 12 gennaio di due anni fa, Sissy si è risvegliata in cielo forse perché in troppi hanno dormito sulla sua storia, ma oggi non deve essere solo la celebrazione di un anniversario, oggi se vogliamo ricordare Sissy deve resistere ancora nella nostra memoria quello scrupolo di non aver fatto abbastanza, deve resistere fino a quando finalmente ci sarà luce sulla sua storia, di donna, di agente, di perla che non voleva tacere.
Il gip del tribunale di Venezia a novembre ha respinto per la seconda volta la richiesta di archiviazione avanzata dalla pm Elisabetta Spigarelli nell’inchiesta per istigazione al suicidio.
Per l’accusa Sissy si sarebbe suicidata, ma la famiglia ha da sempre sostenuto il contrario e il gip, convinto dalla tesi dei familiari e del consulente Luciano Garofano, ex generale dei Carabinieri, ha chiesto al pubblico ministero per la seconda volta di approfondire ulteriormente alcuni aspetti. Dalle celle telefoniche ai tabulati del cellulare, ma anche la scena del crimine e, soprattutto, di ascoltare una collega, finora mai sentita dagli investigatori, con cui Sissy aveva avuto un diverbio, arrivando – secondo quanto ricostruito dai legali della famiglia – a prospettare di denunciarla.
Cosa hanno visto i suoi occhi? Cosa hanno visto per chiudersi e non aprirsi più?
A noi il compito di non farle rimanere solo domande. Lo dobbiamo a lei e lo dobbiamo alla vita che viviamo.
Santa Messa per il secondo anniversario di Sissy
Nel pieno rispetto delle norme anti Covid, oggi martedì 12 gennaio 2021, alle ore 18 sarà celebrata una Santa Messa in suffragio dell’anima di Sissy a Taurianova, nella Parrocchia di San Giuseppe.