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Comune di Taurianova
domenica, Dicembre 22, 2024

Verso il 2 novembre

Non per tutti è solo una delle tante ricorrenze commercializzate, per tanta gente questi sono giorni di sofferenza, perché soprattutto in questi giorni si percepisce che il proprio caro è morto fra i morti.

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A novembre la città si spense in un istante” cantava Giusy Ferreri e qualche giorno fa il Sindaco di Taurianova Rocco Biasi, in un’intervista rilasciata a Graziano Tomarchio, fra le altre cose ha detto:

“Vorrei invitare i miei concittadini, visto che daremo l’opportunità – a differenza di quello che succede in altri Comuni – di visitare i cimiteri, di incominciare ad organizzarsi e a visitare i propri defunti già da oggi, perché già da oggi (era il 26 ottobre ndr.) abbiamo degli orari prolungati nei Cimiteri dalle 8 alle 17, poi nei tre giorni clou ce l’avremo dalle 7 alle 17 e cercheremo di attivare tutta una serie di controlli e di contingentamenti tali da garantire in questi tre giorni un afflusso ordinato e anche sicuro, naturalmente confidiamo nella responsabilità di tutti quanti affinché non ci si ammassi nei tre giorni e durante l’arco della settimana ci sia una diluizione delle presenze presso i nostri Cimiteri”.

Intanto forse dovremmo ringraziare il Sindaco per questa “opportunità”, anche se in molti capiamo e rispettiamo pure gli Amministratori che hanno preso in questo momento di emergenza sanitaria decisioni diverse, come abbiamo rispettato la chiusura totale nei mesi di lockdown, anche se è stato difficile staccarci dai nostri defunti, da quel sollievo che la visita al campo santo ci dà.

E quel tempo in cui siamo dovuti rimanere a casa, sicuramente ci ha aiutato a capire che alla fine siamo davvero una grande e unica famiglia, una grande comunità, con i dipendenti comunali che hanno avuto cura delle tombe dei nostri cari, con la sensibilità di chi dopo la chiusura totale, da maggio ha permesso un orario continuativo senza pausa pranzo, dando la possibilità di poter visitare i morti anche a chi lavora mattina e pomeriggio, ma magari riesce a fare un salto durante l’orario dei pasti e speriamo che venga mantenuto questo orario e non ci importa nemmeno che venga considerata novità dell’attuale Amministrazione, l’importante è che continui così.

Il Cimitero è un luogo santo davvero per chi la vita lo ha messo davanti alla morte, soprattutto quando a piangere è gente per cui nessun dizionario ha ancora trovato la parola esatta. Mamme e papà sempre. E spesso ci si fa forza insieme anche tra sconosciuti che poi piano piano diventano quasi di famiglia perché il dolore accomuna.

Certo c’è anche chi i propri morti non li pensa mai, come c’è chi “adotta” una o più tombe abbandonate e porta fiori e ceri tutto l’anno anche per loro e non solo per i propri cari, c’è chi vive lontano dai cimiteri in cui sono seppelliti i morti di famiglia e magari per non far pesare l’assenza sistema dei fiori finti, c’è chi non riesce ad arrivare a fine mese e si vergogna di non poter accendere un cero, ma ormai costano quanto il pane.

Un’unica grande famiglia ma tutti diversi e lo si capisce anche solo guardando le tombe, alcune monumentali, altre piene di umidità. Così come le cappelle private, alcune sproporzionalmente enormi, altre terribilmente chiuse per paura di ipotetici furti di fiori o vasi. E diverso è anche il dolore, anche di chi nei “giorni clou” va a trovare i morti (tra le 7.30 e 17.30). Perché non per tutti è solo una delle tante ricorrenze commercializzate, per tanta gente questi sono giorni di sofferenza, perché soprattutto in questi giorni si percepisce che il proprio caro, che nel cuore si considera sempre vivo, alla fine è morto fra i morti.

Verso il 2 novembre
Verso il 2 novembre

Quest’anno poi si aggiunge anche la consapevolezza che tutti siamo terra e fango, e basta un minuscolo virus per spezzarci le gambe e allora visiteremo i morti chiedendo di proteggerci da questa pandemia e avremo cura di stare a distanza, di lavarci spesso le mani, di indossare la mascherina, ma ci fanno paura forse più i controlli e non quello della temperatura, ma di chi forse dovrà invitarci a spostarci per non creare assembramenti o ad uscire.

Non si è capito bene come funzionerà però è bello credere che ci sia sicuramente delicatezza anche in queste operazioni. Non bisogna usare nemmeno lo stesso tono con una famiglia che è lì per far visita alle tombe di famiglia rispetto a chi è al Cimitero perché ormai riposa lì quella che è la sua famiglia. Che poi sappiamo bene che basterebbe un temporale per fermare molti e rimandare la visita a “dopo i morti” e se il cielo ci regalerà una giornata di sole è solo perché i morti forse nel giorno della loro festa sono felici di vederci lì.

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Nadia Macrì
Nadia Macrì
direttore

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