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domenica, Dicembre 22, 2024

Sai leggere le etichette? Hai mai sentito parlare di INCI?

Hai mai pensato di autoprodurre un detersivo o una crema?

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Da quando ci alziamo a quando andiamo a dormire quanti sono i prodotti con cui la nostra pelle (e i nostri polmoni) viene in contatto? Bagnoschiuma, saponi, dentifrici, deodoranti, creme, schiume da barba, profumi, detersivi per il bucato, i piatti, le superfici, deodoranti per l’ambiente, ecc.

Leggiamo le etichette dei prodotti che sono diventati nostri compagni di vita? Lo sappiamo che ogni prodotto che compriamo, alimentare e no, è fornito di una etichetta?

L’elenco dei componenti di un prodotto si chiama INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients), Nomenclatura Internazionale degli Ingredienti Cosmetici, obbligatorio dal 1977 per le case produttrici. Per i detersivi le etichette sono alquanto frammentarie, perché la legge non obbliga i produttori a pubblicare l’INCI completo; esiste però il Regolamento Europeo sui detergenti (n. 648/2004), che impone ai fabbricanti di avere un sito web dove si possono trovare tutti gli ingredienti di ogni prodotto.

I componenti del prodotto sono indicati in ordine decrescente: i primi cinque ingredienti costituiscono la parte principale del prodotto, che si aggira intorno al 50-80%. E bisogna tenere presente che:

  • l’industria, nella maggioranza dei casi, non utilizza sostanze di alta qualità, per il semplice fatto che il costo è maggiore e, quindi, non conviene;
  • di solito, gli estratti vegetali li troviamo scritti in lingua latina, mentre i componenti chimici in lingua inglese;
  • l’etichetta è divisa in tre parti: nella prima parte troviamo la base del prodotto, ovvero i tensioattivi, i gelificanti e gli umettanti, a seconda del prodotto; nella parte centrale troviamo i principi attivi e nella terza, ed ultima parte, troviamo i conservanti, i coloranti e i profumi.

RICORDA: più breve è l’elenco delle sostanze contenute, meno il prodotto è potenzialmente nocivo.

Ingredienti da evitare

  • PARABENI – sono conservanti – propylparaben, methylparaben, ethylparaben, isobutylparaben, butylparaben, benzylparaben, sono solo alcuni nomi. RISCHI: irritazioni, dermatiti da contatto e alterazioni dell’equilibrio ormonale.
  • PETROLATI – derivano direttamente dalla raffinazione del petrolio – mineral oil, petrolatum, paraffinum liquidum, cera microcristallina. RISCHI: pelle impura, pori occlusi, dermatiti da contatto.
  • SILICONI – rendono i prodotti cosmetici lisci e setosi, e pelle e capelli falsamente morbidi e idratati – sono ingredienti il cui nome termina con suffissi come one, thicone, siloxone. RISCHI: secchezza, mancanza di idratazione, non sono biodegradabili.
  • TENSIOATTIVI – derivati dal petrolio, sono sostanze schiumogene – SLS (Sodium Lauril Sulfate), SLES (Sodium Laureth Sulfate). RISCHI: acne, arrossamenti, allergie, pelle secca, chioma grassa o con forfora, indebolimento del cuoio capelluto.
  • PROFUMI DI SINTESI – dicitura Parfum, Arome, Fragrance. RISCHI: allergie e irritazioni.
  • COLORANTI ARTIFICIALI – Sono indicati con una sigla più una serie di numeri. RISCHI: allergie eirritazioni.
  • Altre sostanze aggressive da evitare sono: Cocoamide MAE, Triclosan, Aluminium, Formaldeide, Imidazolidinyl-Urea, Clorexidina, Ftalati, ecc. Tra queste troviamo gli interferenti endocrini, chiamate così perché sono in grado di interagire in vario modo con il sistema endocrino.
Fabrizio Zago, un chimico industriale, ha creato un sito web, www.biodizionario.it dove si può inserire il nome di un ingrediente sospetto: un semaforo indica il grado di pericolosità.

INFORMAZIONE

Dato che le grandi lobby mirano soprattutto al profitto, e non considerano minimamente come, e in quali condizioni, ogni essere vivente ha il diritto di esistere, informarsi è l’unico modo possibile per sapere cosa compriamo. Leggendo le etichette, documentandosi su ogni ingrediente, su come avviene la produzione, e su come e dove queste sostanze vengono reperite. Non dimenticando a quali condizioni di lavoro le persone sono soggette.

CONSUMO CRITICO

Dalla conoscenza dei prodotti deriva la consapevolezza. Sapendo come è fatto quel prodotto, da dove viene, in quali condizioni è stato realizzato, possiamo decidere se comprarlo o no. “Con sapere”. Oltre al sapere ci sono in gioco tanti aspetti su cosa è giusto e cosa no, sul modo di intendere la vita, su come vogliamo che sia l’ambiente in cui viviamo noi e i nostri figli. Su quelli che sono i nostri valori e i nostri ideali. Diventiamo critici e decidiamo.

AUTOPRODUZIONE

Non ci piacciono i prodotti della grande distribuzione organizzata, non siamo d’accordo con la politica di utilizzare prodotti scadenti e di sfruttare i lavoratori per avere prezzi sempre più bassi? Cosa possiamo fare? Autoprodurre! Con l’autoproduzione sono io che scelgo gli ingredienti da utilizzare, privilegiando quelli che mi danno più sicurezza in termini di qualità, più vicini a me, e utilizzando quello che la nostra Madre Terra ci regala quotidianamente.

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