La parola agrume deriva dal latino medievale acrumen, che significa agro. È un nome generico che indica piante sempreverdi del genere Citrus e i loro frutti.
Gli agrumi appartengono alla famiglia delle Rutacee, piante che sono provviste di ghiandole che secernono sostanze fortemente aromatiche, con fiori e frutti molto vari.
I frutti degli agrumi sono anche chiamati “esperidi” dai botanici, riferendosi al mito delle Esperidi, per distinguere il genere Citrus dalle altre specie della famiglia delle Rutacee (tra cui troviamo la ruta).
Sono piante originarie dell’India e dell’Estremo Oriente, ma adesso li troviamo in molte parti del mondo. In Italia la produzione è concentrata soprattutto in Sicilia e in Calabria.
Arancia, mandarino, pompelmo, limone, bergamotto, mandarancio, pomelo, chinotto, lime, kumquat, cedro sono, forse, i più conosciuti. Sono ricchi di vitamina C, potassio e acqua; la polpa è composta da spicchi singoli, isolati da una membrana, ed è molto succosa. Si consumano principalmente crudi, ma sono usati anche in cottura, nelle marmellate o per fare i canditi.
Il loro consumo ad uso terapeutico è iniziato inserendo limone, arancia e lime nell’alimentazione dei marinai, per contrastare lo scorbuto, visto il contenuto di vitamina C. Contengono un’ottima quantità di fibra solubile che aumenta il senso di sazietà, modula l’assorbimento, regolarizza la motilità intestinale, ed ha una funzione prebiotica, come nutrimento per la flora batterica intestinale.
Degli agrumi si utilizzano molte parti, a cominciare dalla polpa: si mangia cruda, si utilizza il succo e si fanno marmellate; la buccia si utilizza per insaporire e per estrarre gli oli essenziali; il tronco si può utilizzare come legna da ardere; i fiori vengono succhiati dalle api, che danno un miele delizioso.
IL BERGAMOTTO (Citrus Bergamia)
Le origini di questa pianta sono discordanti: chi la fa arrivare dalle Canarie, chi dalla Spagna, chi la considera autoctona del luogo. L’origine del nome potrebbe essere turca: beg armudi, che significa “pero del Signore”; secondo altri il suo nome deriva dalla città di Bergamo dove è stato venduto per la prima volta.
Si racconta la storia del Moro di Spagna che per 18 scudi vendette un ramo ai signori Valentino di Reggio Calabria, i quali lo innestarono su un arancio amaro in un loro possedimento, nella contrada Santa Caterina. Quello che è certo è che il Bergamotto si trova, quasi esclusivamente, in Calabria, precisamente nella zona di Reggio Calabria.
Lo sviluppo della coltivazione dell’agrume è legato alla preparazione della cosiddetta “Acqua admirabilis“, poi chiamata Acqua di Colonia infatti l’essenza del Bergamotto è componente fondamentale di tutti i profumi.
Il Bergamotto è un albero alto dai tre ai quattro metri, con fiori bianchi e foglie molto profumate; queste sono simili a quelle del limone e non cadono mai durante la stagione invernale. Il frutto è poco più grande di un’arancia ed è leggermente schiacciato ai poli, di un colore che va dal giallo intenso al verde. La buccia è sottile e liscia, ma può anche risultare leggermente rugosa.
Esistono tre cultivar: femminello, castagnaro e fantastico. Il frutto giallo, maturo, viene usato per la produzione dell’olio essenziale; quello verde, immaturo, per la preparazione della frutta candita, per l’olio essenziale ed in profumeria.
L’olio essenziale di Bergamotto appartiene alla “nota di testa”, con un profumo tenue, fresco, fruttato e leggermente balsamico; l’estrazione avviene per spremitura a freddo dell’epicarpo del frutto maturo, con macchina pelatrice.
Per ottenere 1 Kg di olio essenziale occorrono circa 455 Kg di frutti di Bergamotto. Anticamente l’estrazione si effettuava a mano, con una tecnica chiamata spugnatura, dallo “spiritaro”.
L’olio essenziale si utilizza per diverse problematiche e in diversi modi: per l’effetto rilassante, tranquillizzante e antistress si utilizza in diffusione ambientale, riducendo, così, gli stati di tensione e ansia, infondendo calma e serenità; è antisettico e svolge una potente azione antibatterica e disinfettante in caso di dermatiti infette, ascessi, acne; è antimicotico e può essere usato nelle infezioni da Candida del tratto uro-genitale; può essere utilizzato contro i parassiti intestinali assumendone 1 goccia diluita in un bicchiere di acqua, tre volte al giorno; è attivo su patogeni come lo Staphylococcus aureus, in diffusione; è consigliato contro l’alitosi, assieme agli oli essenziali di mirra e menta piperita, e per la cura di ascessi, infezioni del cavo orale e stomatiti unito all’olio essenziale di chiodi di garofano.
Il succo aiuta ad abbassare il colesterolo e si utilizza per la preparazione di cocktails, marmellate, per condire l’insalata; le diverse parti del frutto si possono utilizzare per preparare risotti, secondi di pesce e dolci.
“Così tu non sai, mia bella signora, che in ogni più esotico e più internazionale profumo, se esso vuole essere un profumo di classe, si trova il prodotto del Signor Bergamotto. Questo fissatore vegetale, nato in uno dei più begli angoli del mondo, da un poetico albero, con un eccellentissimo aroma, è esso stesso un vero profumo” (Kazimiera Alberti, scrittrice e poetessa polacca, autrice del classico L’anima della Calabria, 1949, un’erudita guida-reportage della Calabria). [Sergio Straface]
Lo sai che? In tutte le Cattedrali italiane, durante la messa crismale del giovedì santo, il Sacro Crisma è stato profumato con questo agrume tipico della provincia di Reggio Calabria. Si tratta di un’iniziativa apprezzata da tutti i vescovi è che negli anni è realizzata grazie alla collaborazione del Consorzio del Bergamotto di Reggio Calabria.