Si terrà domani, sabato 14 maggio, alle ore 18 nella Chiesa del Rosario, la presentazione del volume “Disastro pandemico in codice rosso. La sanità calabrese tra mafie e paradossi”, di Arcangelo Badolati e Attilio Sabato, edito da Luigi Pellegrini Editore. Un viaggio da incubo nella Sanità calabrese che porta il lettore a sprofondare nelle malebolge dell’inferno dantesco.
L’evento della rassegna Taurianova Legge, organizzato dall’Associazione Risveglio Ideale, sarà moderato dalla presidente dell’Associazione, l’on. Angela Napoli, e vedrà la partecipazione degli autori del libro, ma anche gli interventi del dott. Vincenzo Bruzzese, neurologo internista; del dott. Giovanni Calogero, dirigente medico Asp 5 Reggio Calabria; del dott. Salvatore Marafioti, chirurgo senologo e del dott. Francesco Nasso, primario.
L’evento è patrocinato anche dalla Consulta delle Associazioni di cui Risveglio Ideale è parte attiva.
«Con il supporto della Consulta delle Associazioni e dell’Assessorato alla Cultura di Taurianova – afferma l’on. Angela Napoli – ho voluto un incontro per presentare il libro di Arcangelo Badolati e Attilio Sabato “Disastro Pandemico in Codice Rosso” al fine di riprendere il discorso sulla sanità in Calabria, Regione commissariata da oltre 10 anni in questo settore, Regione che ha vissuto il periodo pandemico in situazione di estrema emergenza e grande difficoltà. Mi auguro che dal dibattito sul tema insieme alle denunzie su tutto ciò che permane in stato emergenziale possano emergere proposte poi recepite da coloro che anche oggi sono stati chiamati alla risoluzione del problema, almeno per la parte che riguarda la garanzia dei livelli essenziali di assistenza (LEA) per i cittadini calabresi».
Così i due autori nella prefazione al libro Disastro pandemico in codice rosso:
Undici anni dopo aver raccontato storture, sprechi, paradossi e contraddizioni della sanità calabrese ci siamo rimessi a scrivere. L’arrivo della pandemia ha messo a nudo ciò che in tanti tentavano di nascondere dietro le insegne luminose e ingannevoli di ospedali riammodernati solo a parole, strumentari ultramoderni mai entrati in funzione e nosocomi ingiustamente chiusi in nome di un “taglio” agli sprechi che era, invece, un colpo d’ascia alla sanità di prossimità e all’assistenza alle popolazioni. L’incedere del Covid 19, le decine di morti registrate nella regione, hanno rappresentato la tragica opportunità per rimettere tutto in discussione e levare la patina sparsa a piene mani su strutture e servizi, aziende ospedaliere e sanitarie, trasformate in sepolcri imbiancati. L’ipocrisia politica, l’improvvisazione riscontrata nell’agire di molti dirigenti di settore, il ciarliero festival inscenato quasi quotidianamente per annunciare soluzioni e interventi puntualmente disattesi ci hanno indotto a indagare e raccontare quanto stava realmente accadendo.
Non è stato difficile scoprire l’esistenza di centinaia di milioni di euro mai spesi, bilanci artefatti, casse delle Asp depredate attraverso pagamenti doppi o tripli delle stesse fatture, interferenze partitiche costanti e dannose, interessi striscianti della ’ndrangheta nei settori delle forniture, condizionamenti delle lobbies nelle scelte strategiche e negli investimenti, ingerenze della massoneria deviata nelle carriere dei medici, guadagni milionari ottenuti da legali senza scrupoli, corruzione imperante a tutti i livelli e gravi casi di malasanità. Non solo: l’azione svolta dalla magistratura antimafia ci ha consentito di verificare il perpetuarsi di una condizione di connivenza risalente ai lontani 80 del secolo scorso con le odierne Aziende sanitarie provinciali infiltrate in più settori dalle cosche come lo erano le vecchie e traballanti Usl. E il quadro è apparso tante grave da determinare lo scioglimento per mafia, in poco tempo, delle Aziende di Reggio Calabria e Catanzaro.
In questo volume, che è il naturale seguito di quello pubblicato nel 2010, troverete la mappa d’uno scempio che ha dunque radici nel passato e freschi e velenosi germogli nel presente. Ogni cosa che abbiamo deciso di raccontarvi trova puntuale riscontro in atti pubblici e provvedimenti giudiziari e la sola ragione che ci ha indotto a scriverne è l’indignazione.