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domenica, Novembre 24, 2024

Il vescovo Alberti: “Suor Francesca ha vissuto di cielo”

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Le suore di clausura scelgono una vita di separazione dal mondo esterno per dedicarsi completamente alla preghiera e alla contemplazione eppure la notizia della morte di Suor Francesca Giuseppina Paone (al secolo Maria Teresa Paone) per diversi anni Superiora del Monastero di Taurianova e Madre Assistente, ha suscitato profondo dolore, viva commozione, sentimenti di autentica gratitudine.

Si è spenta la vigilia di Natale, all’età di 98 anni, assistita con amorevole attenzione fino all’ultimo, dalle consorelle del Monastero della Visitazione di Taurianova e le esequie celebrate ieri, nel giorno di Santo Stefano, protomartire e diacono della carità, presiedute dal vescovo Giuseppe, concelebrate dal cardinale Paolo Romeo di Palermo, benefattore del Monastero, dal cappellano del Monastero Don Alfonso Franco e da molti altri sacerdoti con l’assistenza dei diaconi della città, hanno sottolineato anche l’importanza della vocazione religiosa di suor Francesca nel contesto più ampio della Chiesa.

«Lei ha vissuto di cielo, cioè sempre orientata a ciò che è pieno, definitivo. Da sempre una istanza interiore, un desiderio di radicalità, di vita totalmente dedicata al Signore, senza riserve, senza remore nel compimento fedele e assoluto della volontà di Dio nella sua vita, nell’ordine delle suore domenicane prima, poi nella dedizione totale alle orfanelle di Catanzaro, nel primo dopoguerra, con una carità presente, generosissima, senza risparmiarsi, e poi il ritorno alla vita monastica che sembrava quasi contradicesse la sua propensione alla operosità e al suo impegno vero nelle situazioni di bisogno, ma il discernimento del suo padre spirituale non si era sbagliato, con la stessa decisione a circa 32 anni è entrata nell’Ordine della Visitazione» ha detto mons. Alberti durante l’omelia.

«Una vita chiusa in un monastero che allo sguardo degli stolti, direbbe il testo della Sapienza, potrebbe sembrare una vita sprecata, di fronte alle tante cose che si possono fare nel mondo. Ma – ha ribadito il vescovo – ecco qui il segreto vero di questa scelta radicale di vita che ricorda a tutti le realtà ultime, la dimensione definitiva dell’esistenza umana, la meta della vita cristiana: l’incontro con il Signore, la comunione eterna con Lui». E ricordando il voto personale di suor Francesca che negli ultimi anni della sua vita ha offerto le sue sofferenze per i sacerdoti, mons. Alberti ha detto: «A volte pensiamo di essere bravi noi a fare certe cose, iniziative, attività parrocchiali e diocesane, in realtà, nella maggioranza dei casi, è grazie alla preghiera di tanti che nel nascondimento intercedono per noi e per la nostra missione di pastori».

Una forte emozione per i presenti anche l’uscita della salma dopo una vita dentro il monastero e tra applausi e lacrime è stata accompagnata al cimitero di Radicena dove ora riposa nella Cappella delle Suore del Monastero.

 

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Nadia Macrì
Nadia Macrì
direttore

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