Le aziende agricole del territorio alle prese con gli aumenti sono in seria difficoltà. Non solo sono lievitate le bollette, ma sono piovuti ai diversi step della filiera anche gli aumenti per gli imballaggi e trasporti.
E’ la denuncia del Presidente dell’Organizzazione di Produttori Pianagri Leandro Caccamo che afferma: “Il caro energia energia sta flagellando il settore agricolo, comparto già provato dalle difficoltà degli ultimi periodi riconducibili a cambianti climatici, cali di produzione e conflitti. Nella fattispecie il caro bolletta costa 9 miliardi all’agricoltura e tale dato, unito all’aumento delle materie prime a causa della guerra in Ucraina, ha provocato un’impennata dei costi di produzione che ha assunto le sembianze di uno tsunami. A mettere in crisi i bilanci delle nostre aziende agricole, oltre che i rincari dell’energia ed i repentini aumenti dei prezzi per l’acquisto di utilità come concimi o gasolio (aumentati del 90 e 120%) è l’estrema difficoltà nel reperire personale, causata anch’essa dagli altissimi costi del mercato”.
Secondo Leando Caccamo “L’intera filiera agricola è al collasso, a stento sopravvive nonostante i colpi inferti dagli aumenti unilaterali dei fornitori di vetro (aumentato del 30%), del cartone (aumentato del 45%) e della plastica (aumento del 70%), a cui va aggiunta anche la tendenza paradossale del mercato che induce i soli produttori del settore agricolo a mantenere gli stessi prezzi sul prodotto nonostante gli aumenti generali dei costi”.
Per questo, dice Caccamo, “il comparto alimentare è a serio rischio, poiché necessita di ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, entrambi propedeutici per i processi di produzione, trasformazione e conservazione dei prodotti. L’impatto devastante dei rincari dell’ultimo periodo si abbatte praticamente dal campo alla tavola e se, fra le tante, includiamo anche il trasporto su gomma (aumentato del 25%), il quadro generale diviene ancora più allarmante”.
Tutte le associazioni di categoria, i sindacati ed il governo, prendendo atto della drammaticità della situazione, dichiarano che addirittura 1 azienda su 3 lavora in perdita e 1 su 10 dichiara fallimento.
L’appello lanciato all’UE dall’agricoltura italiana, riunitasi nel Coordinamento di Agrinsieme, oltre che descrivere nel dettaglio la situazione, chiede garanzie sull’accesso all’energia limitandone i costi, al fine di garantire la tenuta delle imprese agricole e la sicurezza alimentare.
L’appello di Caccamo a favore delle aziende a rischio collasso: “In qualità di Presidente dell’Organizzazione di Produttori Pianagri non posso esimermi dal trattare il problema, poiché cosciente e preoccupato dell’evolversi della situazione. Ciò che chiediamo, a tutte le Istituzioni e forze politiche del territorio, siano esse Comuni, Regione, Città metropolitana e partiti politici di maggioranza ed opposizione, è di intervenire, nell’immediato e su ogni livello, per contenere il caro energia ed i costi di produzione, promuovendo azioni atte alla salvaguardia delle aziende agricole che oggi rischiano la chiusura”.
E infine lancia un monito: “Chiedo inoltre che vengano istituiti dei tavoli tecnici inclusivi ed operativi, utili anche per incentivare lo sviluppo di alternative energetiche ed approfittare coscienziosamente dei fondi del Pnrr che ammontano a 35 miliardi per l’agricoltura italiana e che, se gestiti a dovere da chi ci governa, rappresentano l’ultima occasione per invertire questa disastrosa tendenza”.