Per noi taurianovesi giovani e adulti, che siamo calabresi ma siamo anche un po’ normanni, saraceni e bizantini, è giunto il momento di raccontare una storia. Questa è la storia delle nostre radici, la storia di un territorio spesso sfruttato per le sue risorse ma delle volte non valorizzato pienamente, la storia che fa parte della storia del nostro paese.
Ecco com’è nata Taurianova
Il nome dell’odierna Taurianova deriverebbe da “Nuova Taureana”, un tempo abitata dai calcidei di Zancle e dai bruzi della colonia Tauriana, quest’ultima distrutta dalle incursioni dei saraceni.
La nostra Taurianova nasce nel lontano 12 marzo 1928 e diventa un vero e proprio comune con la fusione di tre piccoli borghi preesistenti: Terranova Sappo Minulio, Radicena, Jatrinoli con annesse una serie di frazioni e contrade come San Martino, Amato, Pegara e Scroforio.
Il territorio di Terranova Sappo Minulio riacquisterà poi la sua indipendenza amministrativa nel 1946 di cui farà parte anche Scroforio.
Il territorio di Taurianova, come quello dell’intera piana, con l’avvento dei Normanni che introdussero il feudalesimo nel Mezzogiorno d’Italia, fu ben utilizzato da numerosi feudatari.
Verso la fine del ‘700 un terribile terremoto sconvolge il territorio, tanto da spazzare via la frazione di San Martino sede di un antico castello.
Nel 1908 la storia si ripete in modo più drammatico e nel frattempo sorgono rapidamente Iatrìnoli e Radicena. Grazie a esperti di storia bizantina, è stato dimostrato che Radicena esisteva fin dal periodo bizantino.
Le sue origini si fanno risalire al 1050 e il nome Radicena in dialetto Redicina deriva dal latino tardo (radice), mentre quello di Jatrinoli dal dialetto Jatrinuni e Jatrinni che sembra scaturito da Jatridoni, discendenti dalla famiglia Jatridi, di origine greca. Di San Martino si racconta che la gente decise di stanziarsi nelle zone oltre il fiume, dove costruirono un casale a cui diedero il nome di San Martino che divenne il più importante centro civile e religioso della Piana, sede di chiese e conventi ma per un certo periodo anche di nobili e sovrani, oltre che il pontefice Onorio IV.
San Martino era munito di un Castello di cui oggi resta soltanto qualche rudere, dove Ruggero il Normanno celebrò il proprio matrimonio con Giuditta di Gautmesmil. La frazione di Amato invece, fu fondata nei primi decenni del 19° secolo, su iniziativa del marchese Gagliardi.
La città odierna di Taurianova, nel Medioevo fece parte dei possedimenti dei Lauria, degli Jonville, dei Sanseverino, dei Santangelo, dei Caracciolo di Gerace e dei Correale. Dall’inizio del Cinquecento appartenne ai Cordova, ai De Marinis e ai Grimaldi, principi geracesi.
Possiamo definire Taurianova come la città dei palazzi gentilizi, perché essa possiede molti palazzi nobiliari, famosi per i loro portali. Tra questi distinguiamo: il Palazzo Zerbi del 1786, dallo stile barocco siciliano, al cui interno sorge la chiesa settecentesca di San Nicola; il Palazzo Loschiavo di Pontalto, oggi sede della Compagnia dei Carabinieri, il Palazzo de Leonardis e il Palazzo Contestabile a Jatrinoli.
Tra i monumenti figurano: la Chiesa Matrice di Santa Maria delle Grazie al cui interno è possibile ammirare diverse statue sacre e due campane in bronzo provenienti da chiese distrutte dal terremoto del 1736. La Chiesa del Rosario è la più antica, infatti nel convento domenicano annesso all’edificio soggiornò addirittura l’imperatore Carlo V. Il rione di Jatrinoli è ricco d’arte con la Chiesa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, infatti, può vantare di un’opera molto importante, ovvero una statua di marmo attribuita ad un ignoto autore del 1400-1500, rinvenuta tra le rovine della Chiesa parrocchiale di Bracadi.
Nella storia del nostro paese non possiamo dimenticare il miracolo della Madonna della Montagna alla fine dell’800. Il latinista taurianovese Francesco Sofia Alessio, testimone dell’evento raccontò che la sera del 9 settembre del 1894, un certo Ambrogio Incarnato, negoziante napoletano, mentre contemplava il volto della Madonna, si accorse che gli occhi della Statua si muovevano con grande vivacità, e richiamando l’attenzione degli altri, tutti gridarono al miracolo. Da quel giorno Taurianova elevò la Madonna della Montagna a patrona dell’intera città.