«Siamo costretti ad aprire il giornale con le notizia di un nuovo episodio di criminalità terroristica. Questa mattina poco dopo le 7.30 in un popolare quartiere della periferia di Roma è stato ucciso il maresciallo di pubblica sicurezza Domenico Taverna».
Il 27 novembre del 1979 apriva con queste parole il telegiornale di Studio Aperto 2 e con le immagini di via Cherso nel quartiere di Pietralata a Roma.
Quella mattina di oltre 40 anni fa il maresciallo Domenico Taverna si stava recando a ritirare la propria auto in garage, quando due uomini armati di pistola giunsero alle sue spalle aprendo il fuoco. Setti colpi che lo colpiscono alla schiena, alle gambe e al torace e poi l’ultimo mortale esploso a distanza ravvicinata. Poi la fuga coperta da complici di almeno 8 persone tra cui due donne, come diranno i testimoni.
L’omicidio venne rivendicato dalle Brigate Rosse nella stessa giornata con una telefonata al centralino di un quotidiano: «Siamo le Brigate Rosse “colonna 28 Marzo”. Questa mattina la giustizia proletaria ha ucciso il boia di Stato Domenico Taverna».
Aveva 58 anni, era nato a Taurianova il 26 marzo 1921, sposato e padre di una figlia di 22 anni e la pensione a due passi. E’ morto così il maresciallo Taverna, vittima in divisa della follia e del fuoco vile delle Brigate Rosse. Si era arruolato nella Polizia nel 1948, dopo aver combattuto come sottufficiale del Regio Esercito Italiano durante la Seconda Guerra Mondiale, e nel corso della sua carriera non si era mai occupato di indagini riguardanti la politica o il terrorismo.
Per l’omicidio di Domenico Taverna sono stati condannati al carcere a vita in 10.
Alla memoria del maresciallo vennero in passato dedicate una piazza e un cippo marmoreo a Vibo Valentia e ora anche una via nella sua Taurianova.
La strada in questione rientra nelle intitolazioni toponomastiche deliberate con deliberazione n° 180/2018 durante l’Amministrazione Scionti e l’attuale giunta ha approvato – con deliberazione n° 28/2021 – la cerimonia di intitolazione della strada Mar. Domenico Taverna, vittima di un attentato ad opera della “colonna brigatista 28 Marzo” e scopertura della targa odonomastica alla presenza delle autorità civili e dei vertici territoriali della Polizia di Stato.